Descrizione
Un racconto metaforico ai tempi
del Covid che rimanda alle difficoltà
dei rapporti affettivi durante
le pandemie, le guerre o la povertà
Un’opera intensa in forma di lettera scritta da una donna durante la quarantena e diretta al nipote, che sta vivendo il divorzio dei propri genitori. Le riflessioni intorno alla parola fessura, di cui il bambino un giorno chiede il significato, si susseguono in un flusso di coscienza in cui pensieri e immagini si richiamano a vicenda e la memoria personale della donna si intreccia con quella familiare e storica.
Le immagini di Feuchtenberger hanno raggiunto ancora una volta un nuovo livello, combinando rappresentazioni surreali e iperrealiste, figure antropomorfe e visionarie, immagini del mondo dell’infanzia di Feuchtenberger e scene dell’attuale situazione pandemica.
Andreas Platthaus
(Frankfurter Allgemeine Zeitung)
Il lavoro di Feuchtenberger è visionario e sembra nascere da una viscerale rielaborazione di materia onirica e mnemonica, utilizzando il disegno in direzione catartica, con una volontà di restituire una dimensione tangibile a sostanze inafferrabili.
Valerio Stivé
(Fumettologica)
L’autrice suscita in chi legge meccanismi di associazione inconscia d’impronta surrealista, riuscendo a creare immagini dal notevole fascino, mondi stranianti difficili da lasciare.
Francesco Boille
(Internazionale)