Descrizione
“Non una sbavatura, scrittura affilatissima e disegno di gran classe. Padovaland è un esordio pazzesco e Miguel Vila ha talento da vendere”
Manuele Fior
La periferia di Padova ha una personalità crudele, nascosta dietro le facciate tranquille di palazzine moderne, villette a schiera color pastello e cortili popolati da statue e nani da giardino. Tra una festa di laurea e l’altra, Irene subisce il mobbing delle sue colleghe, Andrea è maltrattato dalla fidanzata, Catia riceve continue attenzioni indesiderate.
Una galleria di piccole meschinità dove un gruppo di ventenni si trascina anestetizzato da spritz, social network e relazioni disastrose.
Miguel Vila si colloca nella scia di tante opere importanti del fumetto italiano che hanno indagato l’alienazione delle persone comuni in una società postindustriale e postmoderna. Ma lo fa con una prospettiva nuova e con una propria forte personalità.
Francesco Boille
(Internazionale)
I colori brillanti, gli edifici posticci, gli stretti zoom sulle parti del corpo, estremizzano le meschinità della provincia.
Marco De Vidi
(Alias – Il manifesto)
Penso sia giusto, dunque, cogliere e riflettere sui numerosi spunti che offre l’opera di Miguel Vila, per proseguire con rinnovata fiducia nella ricerca di contenuti in grado di alimentare costruttivamente la riflessione intorno a temi così complessi. L’importanza d’instaurare un dialogo su questi temi, cercando il modo di mantenerlo il più vivo e autentico possibile, non va mai dimenticata. Comprendo bene quanto sia difficile provare a cercare l’altro. Ma una via di prossimità è possibile. Ne abbiamo la prova ogni volta che un autore porta dentro di sé un’opera, che ha bisogno di tempo e fatica perché possa raggiungere la sua forma definitiva ed emergere. Paradossalmente è proprio questa generazione così sofferente e bistrattata, a cercare nuove forme di comunicazione e di dialogo
Edoardo D’Amico
(Doppiozero)